Il corso del Formatore Agrario Ambientale ha ospitato in questi mesi, a completamento del programma – personalità del mondo agricolo e associativo che hanno completato l’offerta formativa e hanno permesso di affrontare tematiche specifiche da angolature e d esperienze differenti. Sabato 30 marzo il corso ha ospitato Maurizio Martina, già parlamentare ed ex ministro dell’Agricoltura nei governi Renzi e Gentiloni, oggi vicedirettore generale della Fao.
L’incontro – trasmesso in diretta streaming sul nostro canale Facebook – è stato condotto da Gioia Gibelli, presidente della Casa dell’Agricoltura.
Martina ha tracciato un’analisi puntuale della situazione odierna.
“La guerra tra Russia e Ucraina arriva in un momento già fortemente complicato per la sicurezza alimentare globale”, ha esordito Martina.
Infatti l’incrocio della guerra recente con i due anni di pandemia e con i riflessi sull’agricoltura dei cambiamenti climatici, viene a formare – continua Martina – “un incrocio pericolosissimo che può provocare una crisi emergenziale globale, in particolare per i paesi in via di sviluppo”.
Una crisi annunciata già nel 2014, quando le statistiche hanno cominciato a registrare un aumento della fame del mondo.
Russia e Ucraina sono paesi storicamente di intensa produzione agricola e importanti esportatori di prodotti agricoli, mentre Russia e Bielorussia sono tradizionalmente produttori ed esportatori di fertilizzanti.
La guerra, se da una parte ha avuto l’immediato riflesso sul fronte dei prezzi (+30% dall’anno scorso e +15% soltanto nell’ultimo mese; uno studio della Banca Mondiale ci dice che questa sarà una tendenza che arriverà fino al 2024), ha interrotto bruscamente le esportazioni, penalizzando in particolare quei paesi in via di sviluppo che contano sul grano, sulla soia e su tutti i beni agricoli primari importati da quei paesi.
Con conseguenze imprevedibili, sia sul fronte economico mondiale, sia sul fronte sociale dei paesi coinvolti, sia sul fronte politico delle aree, già instabili.
L’incontro si è concluso dopo oltre un’ora di discussione, alimentata anche dalle domande di chi ha seguito il dibattito in streaming.

