La guerra in corso in Ucraina è entrata nel nostro quotidiano.
Impensabili fino a pochi mesi fa scorrono le immagini di una guerra combattuta che rievocano filmati documentari dei passati conflitti che pensavamo relegati al ricordo storico. Anche il nostro concreto modo di vivere inizia a essere messo in discussione, come pure le aspettative e i progetti. Uno di questi, strategico sotto ogni punto di vista, è rappresentato dal consolidamento delle politiche agricole verso la sostenibilità, indotte da Farm to Fork e dalla nuova Politica Agricola Comune.
La discussione è aspra.
Da una parte c’è chi motiva nella carenza di offerta agricola, già percepibile, la proposta di arrestare, o sospendere la adozione delle nuove politiche per consentire comunque di produrre di più. Dall’altra c’è chi suggerisce di adottare provvedimenti che attenuino i vincoli per una produzione più sostenibile, ma senza alterare il senso di marcia ed i tempi di attuazione delle nuove politiche.
Al momento la Commissione sembra abbia scelto questa seconda strada, si può dire con saggezza programmatica. Ma effettivamente non sappiamo al momento né se il grano ucraino sarà raccolto o se le semine di queste settimane saranno eseguite.
Questa circostanza non è ininfluente.
Occorre mantenere equilibrio, ma certamente non stravolgere una politica per la sostenibilità in agricoltura così faticosamente consolidata nella norma e nelle convinzioni di molti.

