In ricordo di Agitu Ideo Gudeta

di Chiara Nicolosi
La prematura e tragica perdita di Agitu Ideo Gudeta ha provocato sconcerto e grande dolore, nelle persone che l’avevano conosciuta e anche in chi ne aveva solo sentito parlare; lo testimoniano la grande quantità di articoli, riflessioni, proposte pubblicate su numerosi quotidiani e siti, ma anche le manifestazioni di cittadini nelle piazze di Trento e Bolzano.
Tutti ci poniamo l’obiettivo di contribuire, almeno in parte, a salvare ciò che ha costruito, dalla sua azienda “La capra felice”, al patrimonio di idee, alla sua testimonianza su grandi questioni: dalla lotta al land grabbing, all’accoglienza, al suo modello di agricoltura e di sviluppo rurale .
Ho avuto la grande fortuna di conoscerla personalmente nel 2018.
Aveva un modo affabile e coinvolgente di spiegare in modo semplice anche i temi più complessi. Ci aveva raccontato delle sue radici nomadi e del suo forte legame con l’Italia e il Trentino, degli studi di sociologia e dell’attività agricola. Ma anche della sua volontà, in futuro, di cedere ad altri giovani la sua azienda per far ritorno in Etiopia e continuare il suo impegno anche in Africa.
“La capra felice” era una sede di nuove iniziative e di nuovi progetti.
Aveva scelto nuove modalità e attrezzato spazi per la vendita diretta e, durante i mesi primaverili del primo lockdown, si era impegnata nella consegna a domicilio dei prodotti allargando i suoi contatti con i clienti . Tra le sue ipotesi anche quella di creare un agriturismo condiviso.
La Casa dell’Agricoltura, in collaborazione con l’associazione Donne in Campo, l’aveva invitata come relatrice all’iniziativa “L’impronta femminile in agricoltura – la forza delle donne“, evento organizzato tenuto presso l’università Bicocca di Milano il 29 novembre 2018. Nonostante il suo grande impegno in azienda, aveva accolto subito la proposta di confrontarsi con altre agricoltrici e di raccontare la sua esperienza anche a Milano.
In quell’occasione si era discusso di come l’allevamento delle capre fosse uno dei settori dove le donne erano, e sono, più presenti, e di quanto fosse importante per l’agricoltura e il territorio di molte zone montane. Era anche emerso, inoltre, come fosse fondamentale la collaborazione e il confronto tra aziende anche se presenti in territori lontani tra loro.
Agitu e Marisa della Valle, che per molti anni aveva condotto un allevamento di capre a Montegrino in provincia di Varese, erano intervenute insieme all’iniziativa in Bicocca.
Avevano raccontato come dalla vendita di un furgone frigo, dopo che Marisa aveva lasciato l’attività, fosse nata una grande amicizia e un continuo scambio di esperienze: una sorta di “passaggio di consegne“ tra una allevatrice con una lunga esperienza e una giovane agricoltrice.
Agitu lascia all’agricoltura, e alle donne dell’agricoltura, una grande eredità con le sue idee e le sue azioni, perché, con l’ampiezza del suo sguardo e la sua storia, da una piccola valle del Trentino, non pensava solo al domani, ma al dopodomani dell’agricoltura, del territorio, dell’ambiente e della convivenza.