Il periodo che è alle nostre spalle è stato severo e impegnativo. Per tutti. Forse l’agricoltura ha sofferto meno di altri settori produttivi, e certamente chi vive in campagna ha trascorso mesi meno pesanti di chi vive in città. La Lombardia e Milano sono i territori più colpiti e ancor oggi sono le aree più sensibili rispetto al resto del Paese.
Ma la fase più critica e acuta della crisi sanitaria è passata e, per evitare ritorni disastrosi della epidemia, occorre, oltre a tutte le cautele, pensare al futuro che si preannuncia difficile sotto diversi profili, in particolare sotto quello economico e sociale.
L’agricoltura è giunta alla ribalta della pubblica discussione sul tema del lavoro agricolo e sulla presenza di lavoratori stranieri in Italia impegnati in quel settore. Il tema è importante sia perché il lavoro stagionale in campagna è poco noto, sia perché si è capito come l’agricoltura offra, insieme con l’occupazione, anche l’occasione di integrazione sociale.
Occorrono adesso scelte strategiche con una ampia visione: la ripresa dovrà essere pensata all’interno di ipotesi sostenibili e anche le urgenze – inevitabili e condivise – non potranno essere il veicolo di una riduzione di quella attenzione verso una evoluzione sostenibile del modo di vivere, produrre e consumare. L’agricoltura è chiamata a fare la sua parte e potrà farlo. I recenti documenti comunitari del New Green Deal su agricoltura e biodiversità – ripresi in altre parti della newsletter – ci indicano una strada alla quale fare riferimento.
La Casa dell’Agricoltura continuerà nella sua attività con una visione inclusiva e attenta per offrire opportunità di discussione e di pratica per il futuro agricolo.
La nuova edizione della newsletter è uno degli strumenti di questa ripresa di attività.

