Guerra vera e di prezzi


La guerra in corso in Ucraina ha imposto a tutti una attenta, per non dire drammatica, riflessione: per la vicenda umanitaria, per l’incredulità con cui assistiamo a un evento impensabile, per la difficoltà nell’individuare le vie di soluzione, per l’instabilità indotta nella economia e più in generale nei mercati e nelle relazioni commerciali.
L’agricoltura, più in generale tutto il settore agroalimentare, ma anche quello dei mezzi tecnici per l’agricoltura, non sfuggono a questa condizione.
L’esplosione dei prezzi di mais, frumento, soia, olio di girasole, pannelli di girasole associata al pericolo di una carenza di forniture ha contagiato tutti.
In realtà viviamo la condizione in cui interrogarsi sul domani e l’auspicio della fine del conflitto si accompagnano alla frustrazione della impossibilità di intravedere un futuro misurabile, condizione per la produzione agricola assolutamente difficile: seminare, non seminare, cosa seminare, e per l’allevamento quali costi preventivabili e quali alternative?
In questa situazione sono apparse tensioni e opinioni molto distanti sulle cose da fare. In particolare per quanto riguarda la nuova PAC (2023/2027).
Confermarla, sospenderla, per un anno, perfino due, ridimensionare e modificare le misure in specifico riferimento al documento di indirizzo Farm to Fork? Riprendere la produzione superando i condizionamenti sulle quantità produttive?
Gli interrogativi sono posti anche per mettere in discussione l’insieme della logica della Pac e delle norme applicative già definitive.
Al momento due sono le iniziative importanti che la Commissione ha già adottato dimostrando tempestività e chiarezza di indirizzi (al di là di un giudizio di merito): sospensione dell’obbligo di messa a riposo delle colture – trattasi di 9 milioni di ettari – e autorizzazione di messa a disposizione di 1,5 miliardi di euro per interventi straordinari, aumentando anche la possibilità unitaria degli aiuti di Stato.
La situazione è in piena evoluzione e CdA seguirà giorno per giorno quanto accadrà nelle prossime settimane per darne conto e valutare gli effetti dal punto di vista della agricoltura.