L’aula della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il disegno di legge denominato ‘ Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico‘.
L’onorevole Maria Chiara Gadda è la prima firmataria del disegno di legge che ora dovrà essere approvato in via definitiva dal Senato, e ha acconsentito a rispondere ad alcune domande sull’argomento. Di questa disponibilità la Casa dell’Agricoltura ringrazia nell’auspicio di una pronta e condivisa approvazione del testo sottoposto alla discussione.
- Onorevole Gadda, un giudizio generale sul testo, sulla sua utilità, sui contenuti innovativi che propone, sulle urgenze alle quali intende corrispondere?
Il dibattito molto aspro che si è aperto nel Paese ha reso evidente quanto la transizione ecologica sia complessa nella sua attuazione. Il nostro Paese ha perso molta superficie agricola utilizzata in venti anni, dobbiamo invertire la rotta puntando anche sulla sostenibilità del sistema. Non a caso siamo i secondi produttori al mondo in termini di export in campo biologico, abbiamo le giuste condizioni orografiche, climatiche e una biodiversità unica. Visti i tassi di crescita del bio e i recenti indirizzi comunitari, sarebbe contro l’interesse del Paese non sostenere questo comparto agricolo e produttivo a maggiore ragione in un anno come quello che ci apprestiamo ad affrontare di grave crisi nei prezzi e nella disponibilità delle materie prime incluse le derrate alimentari. La legge sul biologico si inserisce in questo indirizzo e lo sostiene per la sua propria parte.
- Il biologico è settore agricolo vitale dal punto di vista del mercato e della redditività, anche se si affacciano alcuni segnali di difficoltà. In Italia rappresenta un segno distintivo della qualità complessiva dell’agricoltura italiana. Quali sono i punti più specifici che il disegno di legge intende aggredire per costituire una cornice normativa e regolamentare aggiornata per produttori e consumatori?
Il metodo e il comparto biologico sono entrati nella fase di maturità, la crescita dei dati relativi al settore sono, in termini di consumi interni, di export e di incremento di Sau, incontrovertibili. Si tratta di imprese caratterizzate da un alto tasso di innovazione e oltre il 30% sono a trazione femminile. La legge darebbe maggiore organicità al settore, attraverso una puntuale regolamentazione a tutela della concorrenza, dei produttori e dei consumatori. Si tratta della cornice normativa su cui innestare il piano strategico nazionale per il bio e il decreto controlli. Importanti anche gli articoli che riguardano gli incentivi per i biodistretti, le aggregazioni di prodotto e produttori, l’istituzione di un piano nazionale delle sementi biologiche e la rilevanza che la legge assegna a formazione, tavolo di coordinamento e ricerca. I cambiamenti climatici rendono più fragile l’agricoltura. A maggior ragione, con il metodo bio, il ruolo della scienza e della innovazione è strategico.
- Il testo accoglie in forme proprie il tema della agricoltura biodinamica che tanto fa discutere in diverse sedi ed occasioni. Pure nella delicatezza del tema, che suggerisce prudenza ‘a tutto campo’, può esprimere una valutazione di merito?
Alla nostra agricoltura non servono contrapposizioni strumentali, ma una seria analisi delle prospettive del nostro modello produttivo e di temi strategici come la fertilità dei suoli e il contrasto alla diffusione di fitopatie o pandemie nella zootecnia. La scienza ha la responsabilità di accompagnare questa riflessione. Ma evitiamo becere macchiette di imprese che già dal 2006 sono citate nel piano strategico nazionale, disciplinate nei piani di settore, avvisi e bandi pubblici, e i mezzi tecnici sono approvati dal Mipaaf. La legge riguarda, sin dal suo testo iniziale, solo imprese agricole professionali e la certificazione biologica è la precondizione per accedere a tutte le disposizioni normative.
- Considerata la situazione, sia politica con riferimento alla larga maggioranza che sostiene il Governo che di merito sul testo, è possibile una previsione in ordine ai prossimi passaggi del confronto nell’auspicio della più rapida approvazione di un testo che è atteso da oltre 10 anni?
C’è un impegno formale espresso in capigruppo da parte del Sen. Vallardi, Presidente della Commissione Agricoltura al Senato, e della Presidente Casellati ad approvare la legge in via definitiva e senza ulteriori modifiche entro aprile. Tutti i gruppi parlamentari hanno espresso con forza questa volontà, ora non ci sono più alibi. Il nostro Paese è stato pioniere in Europa dal punto di vista imprenditoriale così come normativo. Ora i tempi sono maturi per dotarci di una norma moderna e pienamente coordinata con gli indirizzi comunitari di transizione ecologica, al fine di consentire a questo settore di strutturarsi e crescere maggiormente. Se ci saranno altre battute d’arresto, ciascuno si assumerà la propria responsabilità di fronte a un settore che contribuisce al PIL italiano, all’occupazione, e alla tutela del territorio e della nostra biodiversità.