Costituzione green

A cura di Gioia Gibelli, Presidente della Casa dell’Agricoltura

Se sulla Terra sono comparse prima le piante, dopo queste gli animali, e solo dopotutto questo è comparso l’uomo, ciò probabilmente significa che piante e animali non hanno bisogno dell’uomo, ma l’uomo ha bisogno di piante e animali per vivere e prosperare su questa Terra. Tant’è che la biodiversità è ciò che costruisce gli ecosistemi entro cui la specie umana si è evoluta. E’ così che la pensa anche il Governo Italiano.
Infatti l’8 febbraio la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il Disegno di legge di riforma costituzionale che ne prevede la modifica di due articoli: l’art. 9 e l’art. 41.

L’Articolo 9 attuale, collocato laddove si individuano i “Principi fondamentali” recita
(in neretto la modifica):
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Un messaggio importantissimo da parte del Governo, che decide di accogliere la configurazione dell’interesse alla tutela ambientale come valore costituzionale, ossia come principio fondamentale a carattere oggettivo, affidato alla cura di apposite politiche pubbliche, e diretto anche “nell’interesse delle future generazioni”, con un inequivocabile rimando ad un progetto sostenibile di sviluppo.
Inoltre, la modifica all’art. 41 inserisce come “primari” i valori dell’ambiente e della salute attribuendo ad essi un significato gerarchico tale per cui non sia possibile sacrificarli ad altri interessi, ancorché costituzionalmente tutelati, a meno che questi ultimi non siano posti alla sommità di un ordine gerarchico assoluto.
Speriamo anche in un impegno altrettanto importante perché la biodiversità e gli ecosistemi entrino velocemente nelle coscienze e nelle conoscenze della popolazione, dei politici a tutti i livelli, dei tecnici, degli imprenditori, compresi tutti gli agricoltori, affinché le attività umane avvengano con la dovuta attenzione nei confronti della biodiversità, degli ecosistemi e dei paesaggi. Attenzione che non può che nascere da una conoscenza profonda, punto di partenza per evitare trasformazioni ignoranti, dunque dannose per gli ecosistemi, il paesaggio e, come ci raccontano i cambiamenti attuali, per l’uomo.