Il febbraio del Faa


Le lezioni del Faa (Formatore Agricolo Ambientale) proseguono secondo programma.
L’attività didattico scientifica, coordinata dalla Università di Milano, dal Crea e dall’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Milano che l’importante contributo della Fondazione Cariplo, Ente finanziatore del progetto assegnato alla Casa della Agricoltura, ha superato il ‘giro di boa’ dei tempi previsti.
Come noto le attività sono iniziate nello scorso novembre 2021 e se ne prevede la conclusione l’ultima settimana di maggio a cui seguiranno attività di stage formativo.

Con il mese di febbraio ha preso avvio il modulo numero 4 denominato Tecniche e innovazioni per l’agricoltura sostenibile. Il modulo 4, insieme al 3 al 5 ed al 6, costituiscono il blocco dei moduli tecnico produttivi dedicati in modo specifico alle produzioni ed alla loro sostenibilità con particolare riguardo alle tecniche produttive.
Segue il blocco dei moduli economico politici che hanno contraddistinto l’avvio delle attività nelle quali la Riforma della PAC ha segnato in modo preminente la comune riflessione fra docenti e studenti. Non poteva non essere così e la circostanza per la quale la proposta del Piano Strategico Nazionale per la applicazione italiana della Riforma sia stato consegnato il 29.12 u.s. a Bruxelles e che la Casa dell’Agricoltura abbia partecipato ai lavori della definizione di quel documento poiché membro del Tavolo Nazionale di Partenariato ha consentito una discussione di piena attualità. Il modulo 3 ha visto la presenza di docenze universitarie, alle quali si sono affiancate docenze professionali e dirigenti della pubblica amministrazione. Questa tendenza peraltro si sta consolidando in direzione di una completa presenza di docenze professionali, ivi comprese quelle di agricoltori esperti che portano agli studenti la viva esperienza di indirizzi produttivi e di scelte gestionali.
Nel citato modulo sono stati presentati i grandi problemi: il cambiamento climatico, l’uso e consumo del suolo, la gestione dei reflui e l’inquinamento di falda e dei terreni, la crisi idrica e le decisioni conseguenti, la salute delle piante, energia ed agricoltura e l’agrovoltaico.

Con il 4 sono iniziate le risposte: agroecologia e agroecologia applicata in esperienze aziendali e di territorio, tecniche di agroecologia, biostimolanti, corroboranti e ferormoni, esperienze di maidicoltura sostenibile, l’agricoltura biologica, una interessantissima conclusiva lezione collettiva/incontro con un gruppo di agricoltori biologici che operano nel campo zootecnico, in quello risicolo e in quello orticolo, l’esperienza di un Biodistretto.
Con la fine di febbraio si è poi aperto il modulo 5 dedicato alla zootecnia.
In linea generale la corrispondenza fra la proposizione di grandi temi e interrogativi sui quali docenze di alto profilo hanno ragionato indicando altrettante linee generale di soluzione e le risposte operative e pratiche che a livello di aziende sono state trovate è un modo adeguato e costruttivo per sostenere il profilo didattico che il corso intende perseguire e la rimodulazione delle risposte in tre, vegetale, zootecnico e tecnologico, appare funzionale.