Territorio e pensiero ecologcio

Presentazione del convegno
di Carlo Basilio Bonizzi

Il Convegno ‘Territorio e pensiero ecologico’, per il quale abbiamo chiesto a prestigiose personalità della cultura, della ricerca e delle professioni di portare giudizi ed esperienze, rappresenta una inedita esplorazione in materie collegate strettamente con il tema agricolo, ma certamente non vicine al dibattito che quello contraddistingue.
Casa dell’Agricoltura intende procedere su questa strada, nella esplorazione di argomenti che sono connessi al tema agricolo, ma con questo non sono immediatamente collegabili. Il tentativo è quello di fare parlare di agricoltura voci lontane dal settore che presiedono argomenti e modalità interpretative del vivere moderno di alto profilo e di intensa capacità critica.
Per quanto riguarda il tema posto alla discussione del convegno Territorio e pensiero ecologico occorre ricordare come il sostantivo, ecologia, sia stato termine in qualche modo periferico al lessico agricolo, forse persino ignorato, per lungo tempo.
Il libro ‘Primavera silenziosa’ della Carlsson è del 1962, pure se profetico e letto dalle persone più consapevoli, rimase ai margini della discussione sulla produzione in agricoltura anche se ebbe una funzione di scossa rispetto ad un adagiarsi al pensiero unico iperproduttivo di quegli anni. A quella stagione anche chi scrive non fu estraneo, per forza di cose, ed il ricordo di un esame del corso di laurea in Scienze Agrarie di Ecologia è di un esame complementare ( nella metà degli anni 70 si chiamavano così ) e certamente periferico alle linee del corso di studi.
Oggi il tema presiede a taluni corsi di laurea nell’ambito delle scienze agrarie, altro che complementare! Nel corso del tempo infatti la pubblica sensibilità su questi temi è divenuta sempre più estesa ed agguerrita.
La questione ecologica è stata considerata prima una curiosità, poi una faccenda da ‘ figli dei fiori ‘ di una epoca ampiamente tramontata, poi un ostacolo, poi infine una condizione ed una opportunità sempre più rilevante fino ad assumere la sua declinazione terminologica nel sostantivo di più ampio significato di ‘sostenibilità‘.
A questo termine, solo per elencare esempi, si ispira Agenda 2030 con i suoi 17 obiettivi, il Green Deal della Unione Europea, il Next Generation EU.
Oggi nessuno più mette in discussione la necessaria transizione sostenibile del sistema produttivo oltre al fatto che la vicenda planetaria di Greta contro il cambiamento climatico, ha toccato tutte le coscienze intelligenti del pianeta.
Siamo entrati cioè in una stagione (al di là dei concreti risultati per i quali occorre continuare a premere, sollecitare e battersi) in cui il tema è vissuto in modo diffuso, con diverse accezioni e significati, ma altrettanto con convinzioni generalizzate e con un pensiero ‘ sparso ‘ per territori, condizioni di vita, persino per fasce anagrafiche diverse.
A fronte di tutto ciò occorre trovare la occasione di soffermarsi e fare il punto della situazione.
Portare a sintesi ciò che si anima nella società, riconoscere il filo logico degli avvenimenti, proporsi una sintesi, parziale ma che sia di indicazione in ordine al dove siamo arrivati e per come e dove proseguire nella azione.
Occorre confrontarsi su punti di raccordo fra le diverse discipline, analizzare le diverse opzioni critiche, costituire consapevolezze condivise ed argomentate.
Il dibattito che insieme a Istituto Uomo ed Ambiente abbiamo organizzato sul tema Territorio e pensiero ecologico rappresenta un tentativo che mettiamo a disposizione.

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