
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 19 dicembre 2019, ha ufficialmente introdotto la “Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari” – International Day of Awareness for Food losses and waste. Da quest’anno, insieme al 5 febbraio – “Giornata Italiana di Prevenzione dello spreco alimentare” – il 29 settembre entra nel calendario sostenibile annuale di ogni cittadino, impresa o associazione che aderisce ai contenuti proposti dall’Agenda 2030.
Nelle nostre case sprechiamo ogni anno cibo per un valore di 12 miliardi di euro, ovvero 700,7 grammi che ci costano 3,75 euro ogni settimana.
“Ma la vera notizia è che la svolta possiamo essere noi: un cambiamento culturale può aiutarci a invertire la direzione e a dimezzare lo spreco pro capite entro il 2030, come fissato negli obiettivi delle Nazioni Unite. Noi – come associazione – non mancheremo di far sentire la nostra voce”, commenta Claudia Sorlini, presidente della Casa dell’Agricoltura.
Solo in Italia lo smaltimento dei rifiuti impropri (sprechi) produce 9,5 milioni di tonnellate di CO2 e impoverisce di 7.920 ettari di terreno l’anno, consuma inoltre 105 milioni di metri cubi d’acqua. Ogni tonnellata di rifiuti alimentari genera 4,2 tonnellate di CO2, il che significa che in un anno se ne generano quindi oltre 8 milioni. Senza sprechi nel nostro Paese le emissioni di CO2 potrebbero calare del 15%.